The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

14.11.07

Cambiamenti...

"Il mondo sta cambiando; lo sento nell'acqua, lo sento nella terra, e l'odoro nell'aria."
Sprofondato in una poltrona ricoperta di pelle di un nero verdastro, l'Arcinquisitore sedeva accanto al fuoco nel suo studio. Le fiamme erano basse, e illuminavano solo vagamente le pareti ricoperte di scaffali traboccanti di libri. Nemrodus fissava nel vuoto davanti a sé, l'espressione assorta, indizio di un'attività di pensiero interiore, mormorando a fior di labbra parole che avevano il sapore di un'arcana profezia.
Si udì un picchiare discreto alla porta.
"Entra pure, Vargas!" mormorò l'Arcinquisitore.
Il capo della Guardia della Torre di Sybaros richiuse la porta dietro di sè ed avanzò nel debole cerchio di luce del fuoco. Indossava una corazza nera e luccicante, priva delle consuete insegne dei soldati della Torre.
"Eccellenza, la seconda squadra è pronta. Abbiamo completato le procedure e siamo pronti per intervenire in qualunque momento." Il thyatiano esitò, come se avesse voluto aggiungere qualcos'altro.
"Naturalmente volevi dire che speri che non ce ne sia bisogno. Lo spero anche io, Vargas, lo spero tanto anche io", disse Nemrodus.
Vargas rimase colpito. In tanti anni da che era entrato a fare parte dell'Inquisizione, aveva udito solo tre volte Nemrodus rivolgersi a lui con un tono che si potesse definire confidenziale. Questa era la quarta. Decise che date le circostanze forse poteva permettersi di accennare a cose più personali.
"Gli uomini sono nervosi, Eccellenza, ma determinati. Sappiamo che se ci sarà bisogno di noi vorrà dire che la situazione è disperata..."
"So che posso fidarmi di voi, Vargas. Il tuo amico - o meglio, il nostro amico - sarà il più tranquillo, immagino."
"Pensa alla sua famiglia, Eccellenza, e anche lui è preoccupato. Ma cerca di non darlo a vedere, e la sua presenza rassicura gli uomini. Sapere di combattere al fianco di una leggenda vivente è un conforto, anche per i più esperti."
"Sì, è un bravo ragazzo, Valdaster". Solo l'Arcinquisitore avrebbe potuto dare del "ragazzo" allo spadaccino più famoso dell'emisfero occidentale, un uomo con oltre trent'anni di esperienza come combattente leggendario.
"Dimmi, Vargas..." Nemrodus esitò, come se fosse indeciso sulla scelta delle parole. Questo era addirittura inaudito. Vargas era sbalordito, ma cercò di non darlo a vedere. "Non si è verificato nessun... diciamo... inconveniente... nel corso delle ultime ore?"
"Beh... uno dei maghi che tengono aperto il portale è svenuto, e abbiamo dovuto sostituirlo... poi..."
"No, non mi sono spiegato bene..."
L'Arcinquisitore che non si spiega bene? - pensò Vargas. Ma cosa sta suc...
"Ecco... non hai la sensazione che qualcosa sia cambiato? Qualcosa nell'aria, come una vibrazione..."
"Volete dire... un sortilegio? Ma un attacco alla Torre è impossibile!"
"No, non stavo pensando a un attacco... né a un effetto magico comune, e nemmeno a qualcosa collegato a quell'affare che ci sta per piombare sulla testa..." Di colpo, dalle fessure della maschera, Vargas ebbe l'impressione di vedere brillare per un attimo, alla luce del fuoco, un lampo di comprensione negli occhi verdi dell'Arcinquisitore.
"Sì... deve essere così", borbottò fra sé Nemrodus. Di colpo, si raddrizzò nella poltrona.
""Il mondo sta cambiando... lo sento nell'acqua, lo sento nella terra, l'odoro nell'aria... sì, è così. Dimmi, Vargas, hai mai letto un libro che abbiamo qui nella nostra biblioteca? Te lo consigliai molto tempo fa; è noto come il Libro Rosso."
"Mi pare di ricordare qualcosa, Eccellenza. Una storia di avventure, grandi imprese e grandi battaglie, se ricordo bene. Ma questo cosa ha a che fare con..."
"Niente, in effetti. Ma credo di avere capito cosa succede. Siamo alla vigilia di grandi cambiamenti, Vargas. Se riusciremo a salvare Mystara anche questa volta, l'alba di dopodomani vedrà molte cose differenti..."
Vargas tentennò per un istante, poi pose la domanda che gli era affiorata spontanea alle labbra. "Cambiamenti in meglio o in peggio, Eccellenza?"
"Nè in meglio, nè in peggio... le cose saranno solo... un po'... come dire, diverse." Se fosse stato possibile vederlo, Vargas avrebbe giurato che l'ombra di un sorriso aleggiasse sul volto, coperto dall'impenetrabile maschera, dell'Arcinquisitore. "Ma lo vedrai da te, se saremo ancora qui, dopodomani. Adesso vai a riposarti e fa' in modo che anche gli uomini si rilassino il più possibile, dovrete essere freschi, se ci sarà bisogno di voi." Il tono di Nemrodus era tornato tranquillo, sicuro, autoritario.
"Comandi, Eccellenza." Vargas girò sui tacchi e uscì, richiudendo la pesante porta in legno di quercia dietro di sè. Nemrodus rimase solo, a fissare il fuoco.
"Lo sento nell'aria... già, proprio così. E non appena avranno tempo di tirare il fiato, penso che anche quelli lassù lo sentiranno..."

Vergato col sangue da Moran | 00:07 | Commenti(0)

13.11.07

La seconda volta

È la seconda volta che siamo qui, ma mi sembra di conoscere ogni più piccolo sasso di questa scheggia impazzita di roccia e ghiaccio che volteggia nell'universo puntando dritta verso il nostro mondo. L'attenzione ai dettagli è importante, ogni sasso nasconde una insidia aliena che nessuno di noi è stato addestrato ad affrontare. Dall'alto piombano in picchiata strani esseri alati che solo con occhio rapido e riflessi fulminei riesci a respingere prima che possano iniettarti il loro veleno. La marcia non è faticosa, ma occorre stare attenti ad ogni minimo passaggio per evitare di rompersi una gamba e restare per le prossime trenta ore a pensare a come sarà quando brucerai al contatto con l'atmosfera.
Ma è anche la seconda volta che la mia magia non funziona come vorrei. Era già capitato nel Mondo Cavo [... il fattore di convergenza è diverso, per cui prima di raggiungere il bersaglio si verifica un'implosione stocastica... ho calcolato una coincidenza astrale, che però deve essere riparametrizzata tenendo conto delle effemeridi locali e della contrazione del tempo...] ma qui è diverso. Non è un problema di parametri da riconfigurare o del rischio nell'usare la magia: è quasi come se l'eccesso di concentrazione richiesto dal paesaggio alieno in cui ci troviamo mi assorbisse tutte le forze mentali e le concentrasse sulla spada.
Rassegnati, Elfo, sei in mio potere.
Come al solito il tuo sarcasmo arriva nei momenti migliori, Narbeleth.
Non è sarcasmo, ma una constatazione. La magia non fa per te, non ha mai fatto per te. Semplicemente non ne hai mai avuto il controllo che pensavi e adesso... puff! Lascia stare.
Non ho certo le capacità magiche di Rin Galen o di Rahab, ma...
Ma adesso nemmeno più quelle tue. Sei bravo a combattere, Fëaringel, lascia perdere quei fulminetti da pavido elfo di foresta.
Senza i miei fulmini saremmo morti ammazzati a Darokin.
Oh, hai semplicemente preso una scorciatoia: quella specie di coccodrillo lo avresti fatto fuori comunque. Ma hai preferito usare i trucchetti piuttosto che prenderlo a spadate con coraggio. Ma comunque...
Comunque... cosa? È un problema di distorsione spazio-temporale, come nel Mondo Cavo...
Ah, sì? E perché quel mago a strisce e il tuo amico logorroico riescono a usare la magia?
Beh, loro hanno una magia più potente, concentrano meglio le energie magiche...
Energie magiche, balle! Questo è quello che ti ha insegnato il tuo maestro nel tuo paesello sugli alberi. Ti rendi conto di quanto sei veloce adesso? Credi che sia per i tuoi incantesimi? Ne hai uccisi quattro in meno di cinque secondi poco fa, non l'avevi mai fatto: credi sia possibile questo con la tua magia? Riconosci i meriti altrui, Elfo sbruffone.
Ovviamente meriti tuoi.
E di chi altri? Ma con chi credi di avere a che fare? Sei predestinato, Elfo, tienilo sempre bene a mente. E hai appena superato un'altra tappa della tua evoluzione.
Maledetto pezzo di metallo con un po' di intelligenza! Ma che vai farneticando? Non minacciarmi, Narbeleth, e ricordati di quello che è successo a Desia. Sei potente, ma abbiamo bisogno uno dell'altro.
Pezzo di metallo... E tu usa il cervello come non sei abituato a fare.
La seconda volta...
La seconda volta che una sensazione di potere mi invade e mi svuota delle forze: la mia magia non è più la stessa.
La seconda volta che sento il mio corpo trasformato: sono più veloce, più reattivo, più agile, più resistente.
Frammenti di una reminiscenza che non posso avere mi attraversano rapidi la mente ma non attivano alcuna connessione stabile tra i neuroni.
Capisci, Fëaringel, cosa voglio dire? Certo che no, non puoi mica capire. Non ancora, almeno.
La seconda volta?

Vergato col sangue da | 21:50 | Commenti(0)

Gamerah (2)

La situazione è ingannevole, inutile nascondersi dietro parole e strategie. Stavolta, anche stavolta aggiungerei, non sarebbe strano se ci restassimo secchi. Due pensieri si alternano nella mia mente. Uno è il senso di responsabilità. Mentre Nemrodus snocciola la disposizione dei gruppi di attacco a Gamerah condendoli con le conseguenze del nostro potenziale fallimento, la mente va a chi se ne sta a casa sua, ignaro. Alcuni di loro sono al calduccio di una dimora confortevole. Altri magari sono a lottare nel fango e nel sangue con orde di non morti da qualche parte a Mystara. Tutti, inevitabilmente, moriranno se falliremo. Le loro storie, il loro sogni, le loro vendette e le loro ambizioni, mi sembrano una più ridicola dell’altra se penso a come per un capriccio degli dei potrebbero finire, e nessuno ne saprebbe nulla, mai più. Verrebbero cancellati dalla storia come se non fossero mai esistiti. Maghi, guerrieri, avventurieri, mercenari, uomini comuni, gente importante, gente di ogni sorta. Un secondo e 'puff', diventerebbero nulla. Bruciati, annegati, congelati, sepolti vivi o annegati. Morti di fame, sete e malattia i più fortunati. E’ troppo da tenere sulle spalle. E’ troppo per giocare ancora a "gli avventurieri". Se avessimo fallito ognuna delle volte passate, molti sarebbero morti, il mondo avrebbe sofferto per anni o secoli, ma alla fine la vita avrebbe prevalso, la Storia avrebbe fatto il suo corso ed avrebbe cancellato tutti, anche i ‘cattivi’ delle nostre storie. Stavolta invece non ci sarà la storia, né la vita. Solo il nulla, per centinaia di migliaia di anni. È troppo per me, per tutti noi. Inutile agire come se fosse solo un'altra missione rischiosa, lo vedo dalla faccia di Rahab. Se quel demonio è nervoso, vuol dire che qualcosa è profondamente sbagliato.

Ed eccolo che striscia il secondo pensiero. Siamo bravi, sì. Più di quanto vogliamo ammettere. Siamo stati scelti per essere nella stessa squadra di Rahab, addirittura. Ma non siamo infallibili, e Nemrodus lo sa. Mancano cinquanta ore scarse al punto di non ritorno, sono poche, forse, ma potremmo anche usarne qualcuna per prepararci. Eppure partiamo subito… Come mai?

"Dunque, le rocce rosse e le rocce verdi, di cui abbiamo parlato, se fatte collidere ed aiutate con l’innesco di un intenso calore, generano una elevatissima quantità di calore e movimento. C’è aria, su Gamerah, il che ci avvantaggia, e delle linee di frattura che nel corso di precedenti spedizioni abbiamo studiato il più approfonditamente possibile. Sono informazioni che ci sono costate la vita di diversi fedeli esploratori, perché come vedrete voi stessi quel luogo è abitato, e molto ostile. E poi c’è l’alba, su Gamerah. Ogni quattro ore circa il ghiacciaio che contiene le rocce che cercate viene investito dai raggi del sole di Mystara. Il calore intenso genera esplosioni, che a loro volta fanno collassare filoni di roccia verde su filoni di roccia rossa, dando luogo ad un vero inferno di fuoco e schegge volanti. Come se questo non bastasse, la fauna locale è in preda al panico. Non escludo che siano stati anche colpiti da qualche sortilegio che li ha resi più aggressivi del solito, comunque."

"Quanto materiale dobbiamo estrarre?" una domanda nella folla.

"Diverse centinaia di chili di rosso e verde. Rahab conosce quantità e proporzioni esatte, e così i due maghi che vi accompagneranno, uno per squadra, in pratica. Lo trasporterete con la magia, e dovrete assicurarvi che il carico arrivi sempre a destinazione. Avete pochi incantesimi di trasporto a disposizione, e se spostate rocce verdi e rocce rosse dovrete stare ancora più attenti che ai maghi che sono con voi non succeda nulla. Niente rischi, niente eroismi, niente stupidaggini. Lo ripeto: non c’è bisogno che moriate. Basta che uno di voi si spezzi una caviglia in una scalata, e le probabilità che la vita si estingua su Mystara raddoppiano. Niente errori. Niente ritardi. Altrimenti finisce la vita, chiaro?"

E cosa possiamo rispondere a quella domanda? Poco dopo, nel tempio di Pflarr, il Dio-Sciacallo Guardiano, i maghi di Sybaros formano un cerchio mistico. I loro volti sono pallidi e imperlati di sudore per lo sforzo di mantenere aperto il cancello verde brillante. Bastano i molti sguardi perplessi che questa vista genera per spingere Nemrodus a spiegarci la difficoltà di quella magia.

"Gamerah è solo parzialmente in questo universo. La sua superficie, in un certo senso, appartiene sia alla Vecchia Alphatia che al Primo Materiale. Inoltre, è un oggetto relativamente piccolo, dalla posizione approssimata e in rapido movimento. Aprire un portale per qualche minuto non sarebbe un problema. Mantenerlo stabile per tutto il tempo che vi serve, richiede che i nostri magi compiano un supremo sforzo di concentrazione, assistiti dai nostri chierici nel caso dovessero vacillare o svenire. Ora, siete pronti ad andare?"

"Sì!" risponde il capitano dal volto coperto, a nome di tutti. Quel modo di fare, impaziente, ansioso, aggressivo. Sembra non veda l’ora di farsi ammazzare oltre quel cancello. Chi mi ricorda?

Le benedizioni di Pflarr vengono concesse a tutti noi dai sacerdoti presenti, e ci avviamo verso il varco. Il primo gruppo, quello dalla fascia azzurra sul braccio, comandato dal Capitano, si infila nel varco. Segue il gruppo che al braccio veste una benda scarlatta, capitanato da Sithjanka, sicario e spia personale dell'Arcinquisitore. Il nostro è l’ultimo. Il gruppo verde. Il colore di Sybaros. Un piccolo riguardo di Sua Eccellenza verso il suo fidato luogotenente. Siamo ad un passo dal cancello. Oltre, un mondo fatto di roccia, ghiaccio, buio e freddo, ostile. Niente può averci preparato a questo, ma riesco ancora a sentirmi mancare quando commetto l’ennesimo errore della giornata. Mi guardo indietro. Giusto in tempo per vedere l’Arcinquisitore e l’ultimo della fila scambiarsi uno sguardo. Indecifrabile, Nemrodus, dietro la sua maschera. È Rahab che mi terrorizza. Rahab, uno dei più sapienti maghi in vita, incantatore dal passato misterioso, braccio destro di Lord Nemrodus, nuovo castellano della rocca maledetta di lord Zonta, impassibile anche di fronte a Ferlha Mohrr e ai suoi tentacoli lunghi un quarto di miglio, ha lo sguardo di chi saluta un amico per l’ultima volta, ha gli occhi di chi teme di non tornare indietro. Rahab ha paura di morire. Anche io...

Vergato col sangue da | 14:46 | Commenti(0)

06.11.07

Gamerah

Sono successe troppe cose, ed ho ancora difficoltà a rimettere insieme i pezzi. Tutto quello che so è che stiamo per partire, e la stanchezza, la paura, il dolore delle ferite mi spingono ad avanzare ciecamente, senza farmi troppe domande, grato che qualcuno si prenda cura dei dettagli al posto nostro, per una volta. Le nostre schiene stanno ancora urlando di dolore per le miglia percorse al galoppo, sfuggendo alle linee nemiche. Nelle nostre orecchie sibilano ancora le frecce huleane, anche qui, al sicuro, dentro Sybaros. Sapere di essere nell'unico luogo di Mystara che resterà intatto se noi falliamo è quasi confortante, tanto quanto ci atterrisce sapere di doverlo lasciare tra meno di un ora. Suppongo che questo sia un premio, o almeno così la metterebbe sua Eccellenza se stesse a lui spiegarci la cosa. In un'altra vita, fossimo stati meno capaci e testardi, ci sarebbe stato un altro gruppo a provare a salvarci la pelle. Forse noi saremmo stati impegnati a svuotare il solito sotterraneo muffoso, oppure avremmo avuto una famiglia e saremmo stati preoccupati di non farla finire in mano al Signore dei Nomadi del Deserto. E invece no, ci siamo noi, ancora una volta. Diretti dritti a quel punto di luce purpurea, all'occhio del Basilisco. Abbiamo anche scoperto come si chiama. Gamerah. Me lo ricorderò questo nome, per il resto dei miei giorni. Spero siano tanti, quei giorni, ma potrebbero essere benissimo uno o due al massimo, forse meno.

Sulle scale sempre dritte, nonostante sappiamo di stare girando in tondo lungo il perimetro della torre, si uniscono a noi i membri delle altre squadre. Vedo delle facce familiari, ma non riesco proprio a saltare di gioia. C'è Sithjianka, se non altro. Ci riaccomodiamo nello studio di Nemrodus. I mobili spostati verso i muri, c'è spazio per tutti. Strano, la stanza non sembrava così grande prima. Meglio non chiederselo.

“Ci siamo tutti?” chiede Nemrodus, calmo. E' solo un altro lavoro per lui.

“Si, Maestro. Le tre squadre sono qui”, replica Rahab. Meno serafico del solito, stai a vedere che ha anche un cuore.

“Bene. Le numspah? Come vanno?”

“Ci vorrà ancora meno di un paio d'ore per l'adattamento. Per ora, le armature rispondono bene”, replica uno dei guerrieri di Sybaros. Strano, ha l'aria familiare. Peccato abbia il viso coperto dall'elmo.

“Voi Conti?”

“Eccellenza, le corazze sono perfette. Sembrano una seconda pelle, anche se la cosa è per lo meno inquietante.”

“Lo so. Mi spiace avervelo dovuto imporre. Purtroppo c'è poco tempo, penso in fretta, ed agisco in fretta, e se un istinto di autoconservazione ancora ce l'avete, farete quel che vi dico quando ve lo dico, e tutti vivranno felici e contenti, chiaro?”.

“Chiaro!” è la risposta corale. Un rimprovero non necessario, ma lui è Sua Eccellenza, figurarsi. Comunque il messaggio è chiaro e lampante: comandi tu. Sai che c'è? Meglio così. Sono troppo distrutto per pensare a litigare.

“Ora, osservate l'immagine creata per voi. Questo qui davanti è Gamerah. Un piccolo omaggio ad una creatura leggendaria che condivide molti tratti con questo mostro.”

“È nella stessa lingua delle Sa Shull?” Rahab alza gli occhi al cielo. Beccati questa domanda "scontata", saccentone. Cos'è, sei nervoso per qualcosa?

“Sì, Moran, stessa lingua.”

“E cosa ha in comune quel...coso con Gamerah, la creatura, dico?”

“È lungo trenta chilometri, è duro come ferro e ha la testa fatta di spuntoni di ghiaccio, vola e non vede l'ora di estinguere la vita su Mystara. Chiaro il parallelismo?”

“Cristallino.” Evviva il dono della sintesi! E sempre sia lodato!

“Gamerah sta viaggiando verso Mystara. A questa velocità, mancano esattamente quarantanove ore al punto di non ritorno. Passato quello, anche se lo distruggete non cambia nulla.”

“Cosa è esattamente?”

“Un'isola. Per l'esattezza un frammento di un'isola. Come forse alcuni di voi sapranno, gli attuali abitanti di Alphatia altro non sono che i fuggiaschi di una dimensione, ovvero un piccolo “universo”, altamente magica. A causa di una guerra tra fazioni, del fuoco e dell'aria per l'esattezza, questa dimensione è stata più o meno polverizzata. Tuttavia, le isole di cui era originariamente composta, sono rimaste relativamente intatte. Disabitate, o abitate da fauna ostile o mutata, sono ancora là, con la loro aria respirabile trattenuta dalla magia originaria. Questo, peraltro, è proprio l'indizio che ci serviva per sapere chi c'è dietro.”

“Ovvero?” Sith. Vuole già un bersaglio.

“Ovvero Alphaks, il Demone.” Sith, ci sei rimasto male eh? “Solo un Immortale anziano avrebbe avuto il potere di fare una cosa del genere. E solo Alphaks è tanto pazzo da rischiare l'Ira del Consiglio Anti-Intrusione di Pandius, e solo lui era originariamente di Alphatia, se non addirittura il responsabile del disastro che l'ha distrutta nell'altra dimensione.”

Ma di che ACCIDENTI stai parlando? Vecchio pazzo, qui non siamo mica tutti come te!

“Vedo dalle facce di alcuni di voi che non avete idea di cosa stia parlando. Tanto meglio, vivete benissimo anche senza saperlo. Resta il fatto che un frammento di una di queste 'isole' è stato staccato dalla massa principale. Succede, alle volte. Ma sono fenomeni naturali, e questi frammento di roccia e ghiaccio, noti come comete, sono nativi del vostro universo, e non possono certo spostarsi tra i piani”. Sbaglio, o hai detto "Vostro"? Sarà un lapsus... “Questo frammento, Gamerah, viene dalla Vecchia Alphatia, ed è diretto verso Mystara. A Nord di Darokin, per l'esattezza”

“E se invece cadesse in mare? Non potreste aver sbagliato i calcoli? Avete detto anche voi di aver avuto poco tempo.” Il Capitano dal volto coperto. Rahab alza di nuovo gli occhi al cielo, ed interviene.

“Capitano... dove colpisce quel coso è assolutamente irrilevante. Che caschi in mezzo al deserto o dritto sulla tua zucca vuota, significa comunque l'estinzione del novanta per cento della vita su Mystara. In un paio d'ore, o in un anno, qui sta tutta la differenza a seconda di dove impatta. Il dieci per cento restante, si estinguerà comunque entro un altro anno.”

“Rahab dice il vero. Al momento dell'impatto si scateneranno onde alte più di tre chilometri, che viaggeranno a circa mille chilometri orari, spazzando tutte le coste di Mystara per decine di chilometri fino all'entroterra. I terremoti ed i vulcani scateneranno incendi ovunque, ed i venti impazziranno, spargendo ulteriormente il fuoco. Le ceneri dei vulcani oscureranno il sole, per molti mesi, e questo segnerà la morte di piante ed animali. Inoltre, nessuno sa cosa succederà a tutti i portali ed i cancelli dimensionali permanenti che si trovano su Mystara. L'inferno di fuoco potrebbe benissimo essere invaso dai demoni il giorno dopo l'impatto, e buona fortuna a chi sarà sopravvissuto.”

“Certo, certo, come no, blah blah, mi sembra chiaro che siamo fottuti, se non facciamo nulla. Siccome siamo qui, qualcosa si può fare. Smettetela con la lezione di scienze e diteci che dobbiamo fare, Eccellenza; vorrei almeno poter andare al cesso un ultima volta qui su Mystara prima di fare la pazzia che sicuramente state per spiegarci. Ne ho abbastanza di giocare a 'siamo la squadra più efficiente del mondo' .“

“Fëaringel, come faremmo se non ci fossi tu... E sia, passiamo alle soluzioni. Ecco cosa dovete fare...”

Vergato col sangue da | 16:16 | Commenti(0)