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La metà oscura

La metà oscura. Fa parte di tutti noi. Chi la riconosce apertamente, chi la nasconde in profondità dentro di sé e la rende ancora più oscura.

Io sono Ed. Sono la metà oscura di Moran. Sono il suo complemento indispensabile. Lui è me e io sono lui. Lui è la luce del sole, io l’ombra grigia.

Siete diventati avventurieri, immagino, per i motivi più svariati. Chi desiderava la ricchezza, chi il potere, chi l’ammirazione e l’amore delle donne (o degli uomini). Chi la vendetta, chi semplicemente la gloria. Ma tutti, nel profondo di voi stessi, dovete riconoscere che l’impulso alla fama e al riconoscimento del proprio valore è stata una molla importante, forse la più forte, che vi ha spinto a lasciare la casa e gli amici per rischiare la pelle sulle tracce di Draghi, Giganti, Troll e altri mostri troppo orribili per nominarli, per non parlare delle infinite perfidie umane.

Ora sorriderete, forse, nel sentire ciò che ho da dirvi. Certo, la fama e la ricchezza sono belle cose, ma presentano i loro lati negativi. Imparerete presto, se ancora non l’avete fatto, che non si può diventare un grande avventuriero senza pestare i calli a qualcuno: anzi, senza farsi un bel po’ di nemici mortali. E il proprio nome può diventare una cosa maledettamente scomoda da portarsi in giro, specie se bardi e menestrelli hanno cantato le vostre gesta in lungo e in largo. Non tutti i giorni splende il sole, e il nemico peggiore è quello che striscia nell’ombra: colui che sa, mentre voi, ignari, bevete la vostra birra al tavolo della locanda e vi beate delle facce stupite e meravigliate degli avventori che ascoltano le storie delle vostre eroiche gesta.

E allora, lasciatevelo dire, quando le tende della vostra stanza riveleranno nemici pronti all’imboscata e all’agguato, maledirete di non aver coltivato meglio l’arte di mimetizzarsi... di non avere lasciato libero corso all’altra metà di voi stessi, quella noiosa, tranquilla, che sa passare inosservata. La metà grigia.

Io sono la metà grigia di Moran. Il suo complemento indispensabile. Il suo rifugio sicuro, lontano dai fastosi abiti da cerimonia delle feste reali, lontano dall’ammirazione e dal timore suscitati dal suo nome, lontano dalle leggende che corrono su un favoloso quartetto di eroi pronti a tutto, capaci di ridere in faccia alla morte e di cacciarsi nei guai più impensabili. Nessuno di quelli che mi incontra sulle strade del Mondo Conosciuto pensa mai di avere a che fare con il famoso John Sebastian Moran... finchè non si presenta l’occasione giusta per rivelare chi sono in realtà.

Vi ripeto dunque il mio consiglio: ascoltate ogni tanto la vostra metà oscura, quella che nel bel mezzo di ogni avventura mormora tra sé: “Ma chi me l’ha fatto fare!”. Avere una identità segreta, il più anonima e meno eroica possibile, è sempre un passo saggio e prudente. Se avete consigli su questo argomento che pensate possano essere utili ad altri avventurieri, o se invece volete approfittare della mia esperienza in materia, contattatemi. La discussione è aperta.

Ed Sibbett

letteraSpedite una busta rigorosamente anonima per E-mail a: edsibbett@yahoo.it

P.S. Mi fanno notare che il nome che mi sono scelto è anche quello di un famoso oste della Soglia. Beh, è del tutto probabile che abbia visto l’insegna prima o poi, visto che alla Soglia ci sono stato diverse volte, e quando ho dovuto scegliere di punto in bianco un nome fasullo con il quale presentarmi mi sarà tornato in mente quello. Credo che l’Ed Sibbett originale non se la prenderà troppo a male... con tutta la birra che mi sono fatto fuori! (pagando, s’intende).


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