The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

25.11.03

Icegreen nella fornace

La fine di tutte le cose, è vicina come non lo era mai stata. La guerra tra i due imperi sembra una rissa tra monelli di cortile. Perchè noi? Perchè qui? Bah, domande che si farebbe solo quel sentimentale di Moran. È ora di prepararsi. Siamo in pochi sulla galera nera, persa tra gli alti flutti oscuri del mare di Ierendi. Io, Nemrodus, tre sacerdoti e 6 rematori. Bastiamo e avanziamo.

Primo livello: la pelle. Una barriera epidermica e trasparente, appena velata di riflessi verdi. I suoni si fanno più distanti. Lo scudo magico è attivo. Ora deve vibrare, e cercare la magia, e tenerla lontana. Protezione dal male attivata. Il ronzio si fa più forte. Secondo livello: l'area intorno a me. I colori si fanno più netti, i suoni ritornano chiari come prima, più di prima. Le cose intorno a me rallentano impercettibilmente. La pelle è scossa da brividi... troppa magia... Benedizione... Terzo livello: il fuoco e il ghiaccio, un'aura bianca e rossastra mi compare intorno.
Mi sento pesante, sovraccarico, non so se resisterò, ma ora sono protetto dalla Resistenza, al caldo e al freddo. Non basta, sono ancora lento. La magia ci penserà, come al solito. Un sibilo, un fischio, una vibrazione che agita la galera nera, e la Velocità ha effetto. Non basta ancora. Pozione di Velocità, mandala giù Ice, ora, tutta, non pensare che fa schifo... La realtà si ferma. Tutto è lento, i suoni sono incomprensibili. Con la maschera indosso, non riesco a vedere la bocca dell'Arcinquisitore, non capisco se mi sta parlando, ma credo che non ce ne sia bisogno. Lui sa cosa fare. Ora tocca a me. Volare, devo volare, come il vento, come una saetta, come un angelo guerriero e sterminatore. Una crepa si alunga sul ponte della galera, troppa magia tutta insieme. Incantesimi del Colpire vengono lanciati sui miei pugnali, dureranno poco, e spero di non averne bisogno. Se inizia un corpo a corpo morirò in due secondi, macellato e spezzettato, assorbito da Ferlha Morrh, la mia anima si disperderà ed il mio corpo sanguinante verrà divorato. Non ci avevo pensato... non devo entrare in corpo a corpo, ma non so come. Da quella bocca, non so cosa potrebbe uscire, quali creature, quali appendici mortali. Mi libro di pochi pollici sulla tolda nera, le mani dei chierici di Pflarr sono puntate contro di me, mi imbevono della loro magia. Ora vi faccio vedere io, e speriamo che la barca regga. Ingerisco la nuova pozione, fatta con le alghe della città di Tritonia, la città che salvammo mesi fa... Nemrodus aveva visto lungo, come al solito. Il disgusto quasi mi spinge a vomitare, troppa magia, troppa energia, mi fanno male le ossa e lo stomaco si ribella, ma mi impongo di continuare, e la finisco. Ora... ora... aaaaaaaaarrgghh... che sensazione orribile, sento il mio potere che cresce, che oltrepassa i limiti fisici del mio corpo, sento che ogni incantesimo moltiplica il suo potere almeno del cinquanta per cento. Devo stare attento, o rischio di morire di emorragia per un banale chiavistello magico. Eppure nemmeno così sono abbastanza forte. Devo cautelarmi, da LUI e da me stesso. Immagini Illusorie, moltiplicato dalla pozione, lanciato 4 volte. 15 copie di ME, protette come me, si muovono all'unisono. Ora l'offesa. Non avrò il tempo di lanciarli quando sarò in volo. Preparo i miei 5 dardi incantati. Ogni incantesimo crea altre 5 frecce. 25 frecce di luce pronte. Sto per andare.
Prendo in consegna le ultime due pozioni e la pergamena sacra. Ripasso la sequenza. Volo, non muoio, arrivo, attacco, pulisco, non muoio, bevo la prima pozione, il cui effetto ignoro, non muoio, bevo la seconda pozione, di guarigione totale, sarò ferito sicuramente, e gravemente. Devo invece essere lucido. Poi leggo la pergamena, incrocio le dita, aspetto, non muoio, fuggo, non muoio. Cerchi concentrici si allargano intorno alla galera, sotto i miei piedi, mentre carico il volo. Scatto! In due secondi sono un punto lontano. Nemrodus mi guarda allontanarmi, ignoro i suoi pensieri. Da qualche parte, sotto queste scure acque, i miei amici aspettano che io compia il mio dovere per intervenire. Se io fallisco sono tutti morti, Nemrodus si ritirerà, Sybaros sparirà, il tappo verrà tolto e qualcosa uscirà da là sotto, qualcosa che ci farà rimpiangere persino Ferlha Morrh. Giungo sul luogo della battaglia. Navi ovunque, incendi a bordo, maghi ed elfi che bombardano la creatura, con puerili magie che rimbalzano contro la sua barriera magica. Dobbiamo disattivarla, a tutti i costi. Eccola, è talmente lontana che la battaglia si combatte in mezzo ai suoi enormi tentacoli, mentre la testa è al sicuro laggiù, a più di 300 metri. Morte intorno a me, il sacrificio della flotta Ierendiana. Vedo la scena dall'alto, la bombardano sapendo che è inutile, per distrarla, tenerla impegnata, perchè non badi a me, troppo piccolo ed insignificante, troppo veloce e ben protetto. Sulle navi, persino Xanthos il chiaro e Melanzos III, il re, combattono. La Guardian e la Jackal, con i chierici di Pflarr e Rahab il mago in testa, martellano la creatura di colpi di ballista e di catapulta, di fulmini e palle di fuoco. Anche loro hanno ingerito la pozione delle Alghe. Ora la vedo, laggiù, la bocca nera. Lontana, quasi mezzo chilometro, persa in un groviglio di tentacoli grossi come sequoie, denti enormi, e fiammate e fulmini in tutte le direzioni. Devo buttarmi lì in mezzo. Sto venendo da te, Ferlha Morrh. Tra le mani ho un dono che non scorderai. Assaggia la mia potenza!


Vergato col sangue da | 25.11.03 10:23