The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

16.12.14

Cinque anni prima... (parte 2)

La notte nella foresta era scura, molto più scura di quanto avessero pensato mentre attraversavano i campi al chiaro di luna, e nemmeno Fëaringel, che del terzetto era il più abituato ai boschi, riusciva ad orientarsi con precisione, né a nascondere un certo nervosismo man mano che si inoltravano verso il nero cuore del folto d’alberi. L’oscurità era tale da non consentire loro di vedere ad un palmo dal naso. Moran alzò lo sguardo verso il cielo, speranzoso, ma la luna riusciva a malapena a fare capolino dietro i rami di una quercia secolare. Per un attimo fu possibile intravederne la sagoma, poi, seguendo la schiena di Fëaringel, si tuffarono in un intrico di cespugli che cancellò completamente qualsiasi traccia di luce. Moran pensò che vagare in quel modo non li avrebbe certo aiutati a scoprire un bel niente, e che vi era anche una forte possibilità di perdersi. Evidentemente la stessa cosa era venuta in mente anche ad Ice Green, perché si fermò di botto ed esclamò - Ehi, ma dove stiamo andando ?
- A cercare la Radura delle Tre Pietre - rispose Fëaringel voltandosi a guardarli da sopra la spalla.
- A me sembra una follia - obiettò Ice Green. - Non la troveremo cercando così a casaccio!
- Dobbiamo scegliere una direzione e seguirla - questo fu il parere di Moran. - Se no ce ne torniamo dritti al villaggio, e a quella locanda sulla riva del fiume dove la birra non era poi tanto male.
- Cos'è che avevano detto quei tizi all'osteria? Un po’ verso sud e poi verso est, mi pare. - Ice Green era meditabondo.
- Se non cominciamo a girare in tondo come i bimbi sperduti delle favole - sbuffò Moran.
- Di quali favole stai parlando? - chiese Fëaringel.
- Oh, niente. Roba che racccontiamo ai bambini a Darokin per insegargli che non si va di notte nel bosco.
Un estraneo che fosse stato ad ascoltare si sarebbe molto stupito di sentire quei tre discutere tranquillamente, come se fossero stati seduti nella sala da pranzo di un’osteria accanto ad un bel fuoco, e non, come invece erano, in mezzo ai cespugli di una foresta dall’aspetto francamente terrificante, in una gelida notte di novembre, alla caccia di “qualcosa”, non si sapeva ancora se uomo o bestia, che aveva ucciso e fatto a brandelli almeno sei persone.
Improvvisamente Fëaringel si voltò. - Cos’è questo rumore?
- Da che parte? - chiese Ice Green.
- Zitti. Lasciatemi ascoltare - fece Moran. Rimase un attimo in silenzio, con gli occhi chiusi, poi disse - Per di qua. Verso sud.
- Ora lo sento anch’io – disse Ice Green. - Cosa vi sembra?
- Rumore di uno che scava - affermò Fëaringel.
Si inoltrarono nella foresta verso la direzione da cui proveniva il rumore. Man mano che avanzavano, i suoni si facevano sempre più netti e precisi: il raschiare della pala che mordeva il terreno, il tonfo sordo del terriccio smosso gettato via, il respiro affannoso della persona che scavava.


Vergato col sangue da Moran | 16.12.14 23:44