The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

19.09.09

Il vaso rotto

In una grotta dalle pareti levigate, da qualche parte sotto la torre di Sybaros, una fugura alta e ben vestita stava passeggiando lungo una fila di vasche. Immerse in un liquido denso e opaco, delle forme tozze e coperte di nervature, si muovevano leggermente. La figura alta tese una mano, e grattó con un dito una di quelle forme. Questa si contorse un pó, come se le piacesse. Sembrava il gesto affezionato di un padrone che grattava il suo gattino sulla testa.
"Tu devi essere... Fearingel, giusto?" disse la figura. La creatura, perché evidentemente quella cosa era viva, gemette in risposta. "Ti manca un pó vero? Mi dispiace. Vedrai, presto tu e le tue sorelle li rivedrete. Ormai sono legati a voi, e torneranno a farvi visita. Nel frattempo ci penseremo noi a nutrirvi e guarirvi".
La creatura sembró contenta di sentire quelle parole, e sprofondó lentamente verso il fondo della vasca. Con un sospiro, l'alta figura proseguí la sua ispezione.
Quasi invisibili nelle tenebre che ammantavano la grotta, tante piccole creature si affacendavano a pulire le vasche, a nutrirne gli occupanti con uno strano siero bianco, a curarne le piccole ferite. Al passaggio dell'alta figura si fermavano, per poggiare un ginocchio a terra e fare un cenno del capo.
"Incredibile" disse una voce profonda dal fondo della grotta.
"Prego? Oh, Eccellenza, siete voi" disse l'alta figura, passando rapidamente ad un tono un poco piú deferente.
"Buona serata, amico Rahab. Come vanno le nostre creature?" chiese la voce profonda.
"Eccellenza, rispondono bene alle cure. Le ferite erano gravi, in certi casi. Specialmente quelle del Darokiniano. Non deve essere stato facile assorbirle, per loro".
"Capisco. Fa in modo che si rimettano, ma sopratutto che non soffrano inutilmente".
"Grazie, Eccellenza. Sono felice di sentirvelo dire"
"So che ci sei affezionato. É a quello che mi riferivo quando ho detto 'incredibile' ".
"Anche se non é quello originale, c'é pur sempre un cuore in questo petto"
, disse Rahab, battendo leggermente sul proprio sterno con la punta del dito.
"Ne sono consapevole..."
"Eccellenza?"
"Sì, Rahab."
"Siete ancora turbato?"
"Ebbene... oh, per tutti i Templi, sì. Sono ancora turbato. A tratti, lo ammetto, sono in collera"
.
Rahab si tese di colpo.
"Voglio dire," continuó l'Arcinquisitore avviandosi per il corridoio, "non me lo aspettavo. Davvero non me lo aspettavo. Sono in collera con me stesso, per questo".
Rahab si rilassó, e prese a seguirlo. "Sono certo che non intendevano recarvi offesa. Almeno, la maggior parte di loro..." L'Arcinquisitore rise.
"Il mago dici?"
"Sì. Rin Galen aveva comunque degli impegni. Ma sapere che erano in conflitto coi vostri deve averlo fatto ridere di gusto."
"Canaglia umana"
disse Nemrodus, senza vera ira nella voce.
"Indubbiamente. Ma una canaglia di talento. O almeno, non siamo riusciti a provare il contrario, finora" ammise Rahab.

Camminando, avevano raggiunto il tempio. Nell'Esagono dello Sciacallo, Nemrodus si arrestó. "É stata una dura battaglia", disse. La statua del Dio Sciacallo lo fissava, affatto benevolmente. "Non vi é questione al riguardo. D'altro canto, era prevedibile che dopo aver passato tanto tempo con noi avessero affari arretrati da sbrigare" convenne il mago.
"Misericordia Rahab, si sono dispersi ai quattro angoli della terra!"
"Lo so."
"E di che si occupano adesso?"
"Ho delle notizie saltuarie da parte dell'elfo, su di loro."
"L'elfo? Di tutti!..."
"Sorprendente vero? Immagino sia perché il suo poco intelletto lo fa sentire perfettamente al sicuro in nostra presenza."
"Rahab..."
"...hmmm... sì, scusate. Comunque mi ha fatto sapere che Moran é impantanato con le sue missioni diplomatiche. Pare sia in continuazione in viaggio tra Darokin City ed il confine delle Broken Lands per trattare con certi capi orchi e rallentare il Signore dei Nomadi del deserto."
"E il Mago? Ha finito quel suo esperimento?"
"Pare di sì, e con gran successo. Ma continua a lavorarci."
"L'elfo?"
"Come dicevo, siamo in contatto. É andato a Wendar a trovare quel certo Ossian."
"Quello che mi ha rovesciato il mio PREZIOSISSIMO Minrothad Vecchi Vigneti selezione del '78?"
"Proprio quello. Sta indagando su casi di corruzione nella capitale. Il solito curioso, immagino."
"Hmmm... resta Hierax. Che mi dici di lui?"
"É quello di cui si sa di meno. Normale, visto dove sta Khalpen. Il Malin é lontano. Comunque é qualcosa che ha a che fare con la ristrutturazione del Monastero."
"Aspetta. Ma nel Malin non c'era quel tempio a cui mancavano le quattro pietre angolari nella torre della Vittoria? Quella a sud..."
"Esatto..."
disse Rahab, allusivo "...e non solo. La maga che le stava cercando é ricomparsa."
"TSK! Ristrutturazione. Che serpe...e dire che sembrava un ragazzotto tutto principi ed allenamenti!"
L'Arcinquisitore sembrava quasi orgoglioso.
"Queste notizie placano dunque un pó la vostra ira, eccellenza?" chiese Rahab speranzoso. Era in ritardo con gli esperimenti al castello di Elegy, e proprio non aveva tempo per gli sbalzi d'umore di sua Eccellenza.
"Neanche per sbaglio!" tuonó Nemrodus. La stanza si fece un pó piú buia. Rahab, di nuovo, si congeló.
"Non ci posso credere... con tutto quello che succede nel mondo. Con tutto quello che sanno. Con tutto quello che hanno scoperto. Con tutte le avventure che hanno vissuto, e con tutto quello che gli abbiamo insegnato e concesso. Con tutto quello che gli potevamo e volevamo ancora dare!!! Incredibile. Incredibile..." disse Nemrodus.
"Non ci arrivo, Eccellenza."
"Ma Santo Cielo Rahab! Non gliene importa piú nulla! Non ci posso credere. Si sono ritirati, cosí, alla faccia mia. Altro che il Basilisco. È il loro gruppo che é esploso! Un vaso prezioso sbriciolato in migliaia di frammenti!"


Scese un lungo e pesante silenzio. Nemorodus camminava avanti e indietro per l'esagono. Quando pensó che fosse sicuro rompere l'attesa, Rahab parló, con un filo di voce, aspettandosi un altra sfuriata, magari l'ultima di quella interminabile giornata.
"Cosa contate di fare, se posso chiedere?"
"La stessa cosa che ho fatto quando quell'imbranato di un bardo mi ha frantumato la bottiglia di vino d'annata. Si rimettono insieme i pezzi."
"Come?"
"Con la pazienza. Con l'astuzia, se serve. Con la forza, se devo. Con la magia, perfino, se non mi lasciano scelta."
"Non sará facile."
"Se fosse facile lo farei fare a qualcun altro."

Rahab si congeló per la terza volta.
"Signore, sono occupatissimo tra le corazze ferite e il Castello di Zonta... ehm, il nostro nuovo castello."
Nemrodus si voltó si scatto a fissarlo da sopra la spalla. Il verde dei suoi occhi brillava persino dalle profonditá della maschera. Qualche vetro nel tempio tremó un pó. Anche la statua del Dio Sciacallo sembrava a disagio. Dio o non Dio, avrebbe desiderato anche lui trovarsi altrove in quel momento.
"Chiamo subito i miei assistenti" disse il mago, rassegnato.
"Richiama anche Sith. Sono sicuro che ascolteranno la voce della Ragione, nel caso estremo. E fai mandare qui Ashoka, giá che ci sei. Ho bisogno di sgranchirmi un po'..."
"Cominciamo bene!" pensó Rahab, lasciando la sala di gran carriera.

Vergato col sangue da | 22:50 | Commenti(0)