The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

26.08.03

In trappola

Non erano mai stati peggio.
Questo era il pensiero che continuava a ripetersi all'infinito nella mente del Ladro, come una cantilena ethengariana, come un mantra di qualche oscuro culto orientale, anche molto tempo dopo che le parole avevano perso il loro significato ed erano diventate solo suoni tormentosi per la sua anima esausta.

Distrutto dalla fatica, eppure incapace di dormire, le dozzine di tagli ed escoriazioni che bruciavano sulla pelle, sotto le fasciature, giaceva ad occhi semichiusi nella stanza vivacemente illuminata al piano superiore della locanda. Poteva vedere Hierax che faceva la guardia, seduto accanto al fuoco. Notò che il taglio squadrato delle spalle del Mistico non esprimeva l'abituale fermezza. Il tarlo della paura e dello sgomento aveva corroso la tranquilla fiducia in sé stesso del silenzioso discepolo di Khalpen.

Ci ha umiliati, pensò Moran, ecco il guaio peggiore. Non ci ha solo battuti: ci ha presi in giro, si è fatto beffe di noi, ha riso delle nostre provocazioni. L'ombra beffarda e micidiale che dava loro la caccia si era dimostrata più esperta di magia di Ice Green, aveva dimostrato di conoscere i bassifondi e i segreti di Darokin meglio di Moran, aveva parato con facilità i micidiali attacchi in corpo a corpo di Hierax e aveva letteralmente ridicolizzato l'abilità di spadaccino di Fëaringel. Ecco cosa dicevano le spalle del Mistico, lo sguardo dell'Elfo, il silenzio del loquace Mago.

E il fatto che fossero ancora vivi era solo un caso, o forse un prolungare l'agonia, un giocare del gatto con il topo... non l'aveva forse detto a chiare lettere, il loro tormentatore, la notte prima, sussurrando attraverso la porta chiusa? "Pagherete con il terrore questi due anni di caccia... siete già morti". Fëaringel era certamente stato risparmiato di proposito, chissà per quale oscuro motivo, dato che era stato investito da un turbine di attacchi micidiali, colpito almeno sei volte in punti vitali dopo essere riuscito a raggiungere di striscio la figura indistinta che gli si era parata davanti, e volutamente il suo avversario non aveva affondato la lama. Vero, lui, Moran, e Hierax erano risuciti a colpire l'ombra che si era insinuata nella stanza chiusa dove si erano rifugiati, ma grazie a molta fortuna e forse a una certa dose di imprudenza del loro nemico... un'imprudenza che non si sarebbe più ripetuta, dopo che aveva constatato quanto fossero pericolosi se agivano in gruppo e quanto viceversa fosse infimo il loro potere, rispetto al suo, se presi uno ad uno...

Per un istante, ripensò con un brivido alla folla di Ombre che il bastardo gli aveva sguinzagliato contro, la notte precedente, quando lui era stato tanto imprudente da andarsene fuori città, all'aperto, di notte... così agiva, il maledetto, restando nell'ombra, non esponendosi mai...

Nessuno è più pericoloso e vigliacco di chi non corre mai pericoli.


Vergato col sangue da Moran | 26.08.03 17:55