The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

04.11.03

Crisalide

Il drolem sta per attaccare e io qui non sono utile.
Solo scivolare nelle ombre può essere di aiuto ai miei compagni.

È strana questa nuova sensazione.
È energia, è caos allo stato puro che si sprigiona dalla mia mente. Posso dare la morte solo pensando, solo camminando.
Sensazione di potere.
Mi spaventa, anche. Mi spaventa essere controllato: da Orcus, oggi; da Nemrodus, ieri (e adesso?).
Soprattutto da Narbeleth. Cosa è? Chi è?

Buio. Dolore. Una fitta nel collo. Sith mi ha riportato nel mondo dei vivi da chissà quale limbo.

Ho pensato troppo, non sono riuscito a smaterializzarmi in un istante come avrei dovuto. Il mostro mi ha travolto con la sua onda sonica.
Ora non pensare, agisci.
Rin Galen è al mio fianco, lo percepisco più che vederlo.
Il sarcofago è in mezzo alla stanza. Sposto il coperchio di pesante pietra, la mia magia qui è più potente. Rin Galen affonda i suoi pugnali nel cuore pulsante del drolem, ma una forza sovrumana gli impedisce anche solo di sfiorarlo.
Sfodero Narbeleth, sperando di non ammazzare il mio compagno. Voglio affondare lentamente la lama nel cuore del guardiano, invece colpisco con tutta la violenza di cui sono capace.

Una fiammata, un vortice di anime che viene risucchiato verso di me. Un'onda liquida e calda mi invade il corpo, una sensazione nuova, ma anche una sensazione già provata in passato (quanto remoto?).
Gioia, piacere, dolore, terrore... Non sopporterò tutta questa energia, posso (e voglio) morire adesso...

Non muoio.

Sono ancora in mezzo alla stanza: i miei abiti polverizzati, la mano e la schiena bruciano, ma una strana forza mi impedisce di svenire.

Moran mi guarda con gli occhi sbarrati. Ice è sinceramente preoccupato e Hierax, come al solito, ha l'aria di chi sa molto più di quanto voglia far capire.

Non c'è tempo per pensare.
Narbeleth è infilata mezzo metro sotto terra. La sfilo e cerco di riporla nel fodero, ma è andato in fumo con tutto il resto.
Narbeleth è più grande e più pesante. L'elsa più lunga, la lama più larga, ma la sua perla incastonata nel pomo non c'è più.
Ora è fusa con la mia mano, completamente nera, un tatuaggio nuovo sul mio corpo, che si aggiunge a quello sulle mie spalle, ricordo dei territori di caccia di Tanegioth. Anche quello ora più grande, è diventato una runa che copre tutta la schiena.

Ma ora non c'è tempo per pensare.
Dobbiamo seguire Zonta dentro quella caverna.


Vergato col sangue da | 04.11.03 18:07