The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

04.06.03

Pensieri di un'aquila

Tramonto. Corran Keep. Sulla terrazza giardino dell’amico Fëaringel riposo un attimo e rifletto su quello che sta accadendo, una confusione di fatti illuminati a tratti da lampi di consapevolezza, come da fulmini in un temporale.

Non credo che questo posto potrà mai piacermi fino in fondo. Il clima è caldo in estate e mite in inverno, ma c’è troppa umidità, specie la notte. La torre è grande e accogliente, e ormai quasi del tutto sistemata, ma fuori ci sono solo poche decine di metri liberi, e poi miglia di giungla fitta e asfissiante, e ultimamente abitata da poca vita e molta morte. Il mare è vicino, ma la sua aria fresca arriva solo di rado a darmi sollievo, e a volte mi sembra quasi di soffocare.

Eppure, per strano che mi possa sembrare, questo posto è diventato la cosa più vicina a una casa che abbia avuto negli ultimi anni, e probabilmente la prima da quando ho lasciato Khalpen quasi dieci anni fa, se si escludono le brevi visite a Leander nella città di Lhynn. E ormai i miei tre compagni di viaggio sono davvero miei amici, i primi da molto tempo; e dire che pensavo di stare con loro solo qualche giorno... Certo sono tre tipi un po’ particolari, ma probabilmente anch’io lo sono per molti aspetti, e forse da queste parti lo sono più di loro.

Moran mi è sempre piaciuto. Forse perché è il più equilibrato, forse per via della sua spada, forse perché anche per lui (come per me) il passato ha un grande peso, anche se viene a galla solo di rado. Ultimamente la sua abilità come spadaccino sta migliorando molto, e questo non dispiace, considerata la vita che facciamo, ma ancora devo capire perché quella spada è arrivata nelle sue mani. E nonostante tutto, so che non è stato un caso.

Fëaringel è certo un elfo un po’ atipico, istintivo e umorale se ce n’è uno, anche se credo che sia un po’ una costante del suo clan. Ma senza la sua decisione, e le sue scelte folli (o almeno così sembravano, visto che finora l’abbiamo sempre scampata), il gruppo non sarebbe lo stesso. Ha una sicurezza enorme nella sua abilità con la spada, alimentata dal rapporto telepatico con Narbeleth, e in realtà è un avversario pericoloso, anche per le sue doti magiche, ma soprattutto per il suo spirito guerriero. Ancora non ho capito perché la sua vicinanza attiva il potere di Vaiga…

Ice Green è invece il più lontano da me. A parte le sue origini, di cui so poco o nulla, non ci vuole molto per inquadrarlo bene. Intelligente e colto (anche se forse meno di quanto ostenti), sa di essere un mago potente, e lo diventa ogni giorno di più. Ma se l’elfo ha molta fiducia in sé stesso, lui forse ne ha addirittura troppa, sia nella magia, che usa sconsideratamente e con cui pensa sempre di risolvere ogni situazione, che nella sua abilità in corpo a corpo. Di sicuro è un mago un po’ atipico in questo, e a ben guardare è il più alto e robusto di noi quattro, ma spesso gli ho visto rischiare inutilmente la vita contro avversari armati e pericolosi. Ma è troppo sicuro e spavaldo, e sono sicuro che crede di potersela cavare in corpo a corpo contro noi tre, confidando magari nella magia contenuta nel suo equipaggiamento. In fondo però è un bravo ragazzo, e nonostante abbia continui litigi e battibecchi, specie con Moran, è una parte insostituibile del gruppo.

Il sole è ormai tramontato, e presto sarà del tutto buio intorno alla torre. Chissà se stanotte verranno di nuovo. E’ il prezzo da pagare per la nobiltà, per loro tre, ma ho idea che presto le cose si risolveranno, in un modo o nell’altro. Mi preoccupa molto di più la guerra, e tutto quello che c’è dietro, per non parlare del contatto tra Nemrodus e le spade Sa Shull mia e di Moran. Quando avremo sistemato tutto qui a Corran Keep, non sopporterò di avere qualcuno che spia quello che facciamo. Ma arriva la notte, e chissà quali spiriti usciranno stanotte dalle tenebre della giungla per attaccarci ancora...


Vergato col sangue da | 04.06.03 17:53