The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

15.07.04

Il prezzo da pagare

Maledizione. Fëaringel mi preoccupa sempre di più. Ogni giorno che passa è sempre meno Elfo e sempre più... qualcos'altro. Quella maledetta spada è più potente e più pericolosa di quanto pensassimo fin dall'inizio. Chissà come c'era arrivata, nel tesoro di Atan-Roh..."
I pensieri di Moran erano cupi mentre rientrava alla locanda nella limpida luce del mattino di Desia. Salì le scale verso la sua stanza, entrò e appese il mantello dietro la porta, poi sganciò Geburah dal fianco e la gettò con noncuranza sul letto.
Narbeleth. Crepuscolo, in lingua elfica. Un nome adatto, tragicamente adatto, forse, per quella spada. Potrebbe davvero essere il tramonto del nostro amico. Per Tarastia, è pericoloso giocare con le forze dell'Oscurità. Ma la sete di potere porta a percorere brutte strade..."
Lo sguardo di Moran, che vagava per la stanza, di un tratto si arrestò di botto in corrispondenza del letto. Lì, buttata con trascuratezza sulle coperte, stava un oggetto più antico del pianeta su cui vivevano, un artefatto dal potere immenso, vecchio di eoni... come in un lampo, diverse immagini mentali si sovrapposero nella mente del Ladro...
...una spianata di varie miglia di terreno brullo e carbonizzato, circondato da un'orda di demoni urlanti, tenuti a distanza dalle forze dimensionali concentrate intorno alla vecchia torre senza nome... lui che lottava per conservare il controllo e impedire che il potere della sa-shull si attivasse nuovamente, ripetendo l'olocausto che aveva spazzato via in passato ogni cosa in quel medesimo luogo...
...i momenti frenetici sulla banchina ghiacciata nel porto delle isole a sud di Ochalea, Eothien Nahar che lo incitava ad attivare il potere della spada come estrema risorsa contro la Bestia che stava per travolgerli... una palla di fuoco accecante, e poi il nulla, e il risveglio nelle acque gelide del porto, con la gamba sinistra troncata di netto sotto il ginocchio...
...un luogo da incubo, l'interno del mostro evocato da Lord Zonta per distruggere Ierendi, Ferlha Morrh, la spada che diventava sempre più potente, sempre più incandescente, trovandosi dentro un organismo alieno... la lama che affondava giù, attraversando la carne di quell'orrore come un coltello arroventato nel burro, la fuga precipitosa verso il mare e la salvezza... e poi una palla di fuoco quale nemmeno i mille maghi più potenti di Alphatia messi insieme avrebbero potuto creare, un'Apocalisse totale e subitanea che aveva cancellato il mostro, e insieme con esso milioni di metri cubi d'acqua e d'aria...
Moran riaprì gli occhi e fissò la spada sul letto, dall'apparenza quasi inoffensiva nell'elegante fodero, come fosse un'arma cerimoniale.
Anche lui si portava appresso un oggetto dal potere incommensurabile, probabilmente molto superiore a quello di Narbeleth, forse più potente di qualsiasi altra cosa ci fosse in quel momento sul pianeta. E anche lui lo trattava con noncuranza, come fosse un comune pezzo di acciaio, come Fëaringel faceva con la sua spada nera.
Quali cambiamenti invisibili, in realtà, aveva già subito o stava subendo? Qual era il prezzo da pagare, per usufruire di un tale potere, immenso, incomprensibile, incontrollabile?
Moran rabbrividì.


Vergato col sangue da Moran | 15.07.04 12:43