The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

13.09.04

Le gaffes di Shigul

“Sono salvi?”
“Si, mia signora. Abbiamo eseguito i vostri ordini alla lettera. Dopo il vostro incantesimo li abbiamo controllati e perquisiti, per vedere se avevano delle prove addosso. Poi, indagando nella loro mente, abbiamo scoperto che uno di loro, l'Elfo Nero, era fuggito verso Port Tenobar, con l’aiuto della magia. Gli altri li abbiamo fatti avvicinare al confine, con la protezione dei nostri esploratori e di qualche orco. Naturalmente non si sono accorti di essere seguiti. Li abbiamo lasciati al confine con Devar, sebbene mi sia costato caro farlo”.
“Tieniti per te questi commenti Shigul, e raccontami dove e come li hai lasciati”.
Un uomo, dai lineamenti Huleani, fiero e di bell’aspetto, stava camminando un passo o due dietro una dama. Questo fatto, assieme alla differente ricchezza dei vestiti e degli ornamenti, lasciava intravedere una grande differenza di rango. Le due figure passeggiavano con calma lungo i bordi di un chiostro in pietra scura. Era una mattina umida e grigia e dal cortile provenivano alcuni canti sacri. Delle donne vestite di bianco stavano intonando dei versi di lode di fronte ad un uomo vestito con una pelle di lupo.
“Si, milady. Chiedo scusa per l’impertinenza. Ma vedete, la mia perplessità nasce dal semplice fatto che quei tre uomini e quell’elfo, oltre ad aver danneggiato, e molto, la nostra forza armata a Tradaban, rischiano di riuscire a ricordare troppi dettagli importanti. Non dimentichiamoci che l’Arashi che avete evocato avrà bisogno di molti giorni per finire il lavoro in tre menti diverse. Senza contare che l’elfo ha ancora tutti i ricordi perfettamente integri e che comunque potrebbero chiedere aiuto a Lord Nemrodus”.
“Silenzio, idiota!”.
La dama si voltò di scatto, tanto in fretta che Shigul non ebbe nemmeno il tempo di battere le palpebre. Uno schiaffo lo colse in pieno volto, facendolo barcollare e costringendolo ad aggrapparsi ad una delle colonne del chiostro per non finire sdraiato. L’uomo di Hule si guardava attorno basito, spaventato. Non fosse stato già pallido come un lenzuolo sarebbe sbiancato di paura. I canti smisero di colpo.
La dama si affacciò in cortile, schermandosi gli occhi verdi con la mano. Il sole, per quanto velato, le dava sempre fastidio. Sarebbe sembrata quasi una persona malaticcia, a giudicare dal colorito. La pelle era del colore dell’avorio più liscio e levigato, e la corporatura sottile. Solo sulle labbra vi era del colore, un rosso innaturale, acceso, sanguigno. Nessuno avrebbe scommesso un pezzo di rame che una persona simile potesse vivere al di fuori di un sanatorio, figuriamoci mandare in terra uno della stazza di Shigul.
“Sai che quel nome non è per niente gradito a Lord Hedric, e che non vuole sentirlo pronunciare”, disse all’uomo che, dietro di lei, si stava rimettendo in piedi. “Quanto a voi, continuate a cantare. Non è successo nulla di grave, e sapete che a me non piace il silenzio di questo castello. Perciò, fuori la voce!”. Meno di un battito di cuore dopo le coriste già stavano salmodiando i loro canti davanti al maestro vestito da lupo.
“E tu, Shigul, ascolta bene questa notizia. Lord Hedric non avrà ancora un corpo fisico, ma questo non vuol dire che non ti possa sentire. Proprio ora che è disincarnato, che vive sotto forma di energia amorfa, la sua coscienza pervade ogni pietra di questo castello. Ogni sasso ed ogni asse di legno della Rasenji sono una parte di Lui. Lord Hedric è la Rasenji. Perciò evita di pronunciare a voce alta il nome dell’uomo che lo ha ucciso, chiaro?”. La dama smise di parlare e si ritirò tra le ombre del chiostro.
“Si, Lady Lilith. Chiarissimo”, disse Shigul. Una goccia di sangue gli stava scivolando dal labbro inferiore. La voce ancora gli tremava, per la rabbia, la frustrazione, e la paura. Si guardò intorno, come a cercare un segno di conferma delle parole della sua Signora. Nulla, il castello restava il solito luogo freddo ed inospitale.
“Bene”, riprese la dama. “Ora, che stavamo dicendo dei Conti di Corran Keep? Ah si, certo. Vedi, quei quattro…”


Vergato col sangue da | 13.09.04 17:28