The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

02.10.06

Notturno

Cinque del mattino.
Sono sveglio di colpo, butto i piedi giù dal letto, sento il freddo della pietra sulla pelle. La calma oscurità mi tranquillizza, mentre i battiti del cuore rallentano pian piano, l'impressione del sogno ancora viva dietro le palpebre.
Sogni confusi, concitati, di paura e di fatica, di sole implacabile... e di fuoco. Sopratutto di fuoco.
Non è il familiare sonno inquieto di dopo una battaglia, quando la mente fatica ad allontanarsi dal terreno dello scontro, e i sogni sono affollati dal cozzo delle spade e dalle urla dei feriti. No, c'è qualcosa di più.
Il fuoco.
L'inferno dal quale siamo appena fuggiti non basta a spiegare questa ossessione, questo fantasma che ha iniziato a tormentare le mie notti.
È cominciato poco prima dell'ultimo massacro, la carneficina dello scontro con gli Azcani... ma forse, in realtà, c'era qualcosa anche prima. Forse non erano solo mie quelle parole che mi sono affiorate sulle labbra, mentre esaminavamo il piano di battaglia con gli ufficiali alphatiani e man mano che la situazione si faceva sempre più chiara appariva evidente che non avevamo possibilità di scampo o quasi.
"Un colpo finale, per portarcene dietro quanti più possibile..."
La tentazione di risvegliare il Potere della Spada.
Sciocchezze, in realtà, visto che non ho nemmeno idea di come si possa fare, salvo che attraverso la concentrazione di una grande quantità di energia magica, come avvenne nelle isole a sud di Ochalea. Ma allora perché ho pronunciato quelle parole?
È possibile che Geburah stia iniziando ad avere qualche influenza sulla mia mente?
Guardo fuori dalla finestra. La notte è limpida sopra i tetti di Ierendi, a oriente il cielo inizia a tingersi di rosa. Qui mi sento al sicuro, il freddo delle mura di pietra della Torre di Sybaros mi tranquillizza, sembra un balsamo sul calore ardente dei miei incubi notturni.
Ma neanche questa sensazione mi piace. Sento che non è bene fidarsi interamente di questo luogo e delle persone che lo abitano. Cosa succederebbe se dovessi iniziare ad averne bisogno, a dover dipendere dagli uomini in verde e nero per combattere la tentazione che temo stia iniziando ad ardere nella mia mente? Dalla padella nella brace, è proprio il caso di dirlo.
Sorrido del mio tetro umorismo e torno a sdraiarmi. Domattina abbiamo appuntamento con l'Arcinquisitore. Vedremo cosa ci dirà...


Vergato col sangue da Moran | 02.10.06 20:38