The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

13.11.07

Gamerah (2)

La situazione è ingannevole, inutile nascondersi dietro parole e strategie. Stavolta, anche stavolta aggiungerei, non sarebbe strano se ci restassimo secchi. Due pensieri si alternano nella mia mente. Uno è il senso di responsabilità. Mentre Nemrodus snocciola la disposizione dei gruppi di attacco a Gamerah condendoli con le conseguenze del nostro potenziale fallimento, la mente va a chi se ne sta a casa sua, ignaro. Alcuni di loro sono al calduccio di una dimora confortevole. Altri magari sono a lottare nel fango e nel sangue con orde di non morti da qualche parte a Mystara. Tutti, inevitabilmente, moriranno se falliremo. Le loro storie, il loro sogni, le loro vendette e le loro ambizioni, mi sembrano una più ridicola dell’altra se penso a come per un capriccio degli dei potrebbero finire, e nessuno ne saprebbe nulla, mai più. Verrebbero cancellati dalla storia come se non fossero mai esistiti. Maghi, guerrieri, avventurieri, mercenari, uomini comuni, gente importante, gente di ogni sorta. Un secondo e 'puff', diventerebbero nulla. Bruciati, annegati, congelati, sepolti vivi o annegati. Morti di fame, sete e malattia i più fortunati. E’ troppo da tenere sulle spalle. E’ troppo per giocare ancora a "gli avventurieri". Se avessimo fallito ognuna delle volte passate, molti sarebbero morti, il mondo avrebbe sofferto per anni o secoli, ma alla fine la vita avrebbe prevalso, la Storia avrebbe fatto il suo corso ed avrebbe cancellato tutti, anche i ‘cattivi’ delle nostre storie. Stavolta invece non ci sarà la storia, né la vita. Solo il nulla, per centinaia di migliaia di anni. È troppo per me, per tutti noi. Inutile agire come se fosse solo un'altra missione rischiosa, lo vedo dalla faccia di Rahab. Se quel demonio è nervoso, vuol dire che qualcosa è profondamente sbagliato.

Ed eccolo che striscia il secondo pensiero. Siamo bravi, sì. Più di quanto vogliamo ammettere. Siamo stati scelti per essere nella stessa squadra di Rahab, addirittura. Ma non siamo infallibili, e Nemrodus lo sa. Mancano cinquanta ore scarse al punto di non ritorno, sono poche, forse, ma potremmo anche usarne qualcuna per prepararci. Eppure partiamo subito… Come mai?

"Dunque, le rocce rosse e le rocce verdi, di cui abbiamo parlato, se fatte collidere ed aiutate con l’innesco di un intenso calore, generano una elevatissima quantità di calore e movimento. C’è aria, su Gamerah, il che ci avvantaggia, e delle linee di frattura che nel corso di precedenti spedizioni abbiamo studiato il più approfonditamente possibile. Sono informazioni che ci sono costate la vita di diversi fedeli esploratori, perché come vedrete voi stessi quel luogo è abitato, e molto ostile. E poi c’è l’alba, su Gamerah. Ogni quattro ore circa il ghiacciaio che contiene le rocce che cercate viene investito dai raggi del sole di Mystara. Il calore intenso genera esplosioni, che a loro volta fanno collassare filoni di roccia verde su filoni di roccia rossa, dando luogo ad un vero inferno di fuoco e schegge volanti. Come se questo non bastasse, la fauna locale è in preda al panico. Non escludo che siano stati anche colpiti da qualche sortilegio che li ha resi più aggressivi del solito, comunque."

"Quanto materiale dobbiamo estrarre?" una domanda nella folla.

"Diverse centinaia di chili di rosso e verde. Rahab conosce quantità e proporzioni esatte, e così i due maghi che vi accompagneranno, uno per squadra, in pratica. Lo trasporterete con la magia, e dovrete assicurarvi che il carico arrivi sempre a destinazione. Avete pochi incantesimi di trasporto a disposizione, e se spostate rocce verdi e rocce rosse dovrete stare ancora più attenti che ai maghi che sono con voi non succeda nulla. Niente rischi, niente eroismi, niente stupidaggini. Lo ripeto: non c’è bisogno che moriate. Basta che uno di voi si spezzi una caviglia in una scalata, e le probabilità che la vita si estingua su Mystara raddoppiano. Niente errori. Niente ritardi. Altrimenti finisce la vita, chiaro?"

E cosa possiamo rispondere a quella domanda? Poco dopo, nel tempio di Pflarr, il Dio-Sciacallo Guardiano, i maghi di Sybaros formano un cerchio mistico. I loro volti sono pallidi e imperlati di sudore per lo sforzo di mantenere aperto il cancello verde brillante. Bastano i molti sguardi perplessi che questa vista genera per spingere Nemrodus a spiegarci la difficoltà di quella magia.

"Gamerah è solo parzialmente in questo universo. La sua superficie, in un certo senso, appartiene sia alla Vecchia Alphatia che al Primo Materiale. Inoltre, è un oggetto relativamente piccolo, dalla posizione approssimata e in rapido movimento. Aprire un portale per qualche minuto non sarebbe un problema. Mantenerlo stabile per tutto il tempo che vi serve, richiede che i nostri magi compiano un supremo sforzo di concentrazione, assistiti dai nostri chierici nel caso dovessero vacillare o svenire. Ora, siete pronti ad andare?"

"Sì!" risponde il capitano dal volto coperto, a nome di tutti. Quel modo di fare, impaziente, ansioso, aggressivo. Sembra non veda l’ora di farsi ammazzare oltre quel cancello. Chi mi ricorda?

Le benedizioni di Pflarr vengono concesse a tutti noi dai sacerdoti presenti, e ci avviamo verso il varco. Il primo gruppo, quello dalla fascia azzurra sul braccio, comandato dal Capitano, si infila nel varco. Segue il gruppo che al braccio veste una benda scarlatta, capitanato da Sithjanka, sicario e spia personale dell'Arcinquisitore. Il nostro è l’ultimo. Il gruppo verde. Il colore di Sybaros. Un piccolo riguardo di Sua Eccellenza verso il suo fidato luogotenente. Siamo ad un passo dal cancello. Oltre, un mondo fatto di roccia, ghiaccio, buio e freddo, ostile. Niente può averci preparato a questo, ma riesco ancora a sentirmi mancare quando commetto l’ennesimo errore della giornata. Mi guardo indietro. Giusto in tempo per vedere l’Arcinquisitore e l’ultimo della fila scambiarsi uno sguardo. Indecifrabile, Nemrodus, dietro la sua maschera. È Rahab che mi terrorizza. Rahab, uno dei più sapienti maghi in vita, incantatore dal passato misterioso, braccio destro di Lord Nemrodus, nuovo castellano della rocca maledetta di lord Zonta, impassibile anche di fronte a Ferlha Mohrr e ai suoi tentacoli lunghi un quarto di miglio, ha lo sguardo di chi saluta un amico per l’ultima volta, ha gli occhi di chi teme di non tornare indietro. Rahab ha paura di morire. Anche io...


Vergato col sangue da | 13.11.07 14:46