The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

09.07.05

Su come si manda via una maledizione

Il mago chino sulle sue pergamene, alcuni grossi tomi impolverati sul tavolaccio che gli fa da scrivania. Intinge la penna nell’inchiostro. Traccia alcuni diagrammi. Solleva lo sguardo ripetendo mentalmente alcune parole o facendo dei complessi calcoli.

In strada uno scalpiccio. Silenzio. Passi che si avvicinano urgenti alla porta. Un deciso colpo di nocche. «Chi è? Avanti!»
La porta si apre lentamente. Un volto noto si affaccia. Un'espressione timida e imbarazzata.
«Ciao Ossian, accomodati. O il poco calore che c’è in questa stanza si disperderà.»
«Buona sera, caro amico mago. Scusami per l’orario, ma volevo parlarti in privato.»
Ice Green, copre le carte e le scosta per fare posto ad una caraffa di vino schietto e a due coppe.
«Caro amico bardo. Devi essere tormentato da qualche problema. Non mi avevi mai “disturbato” in questo modo. Non avere timore. Raccontami tutto, vedrò che posso fare.» Mentre aspetta che Ossian faccia ordine nei suoi pensieri e trovi il coraggio di iniziare, versa da bere ad entrambi.

«Mi hanno lanciato una maledizione… Non so più come fare. Se continua così e la voce si dovesse spargere non mi faranno più entrare in nessuna locanda, e addio lavoro…»
Il mago accenna un sorriso. «Ah già. La tua maledizione… Forse ho fatto male a versarti da bere.»
Sul volto di Ossian si dipinge lo stupore. «Come fai a sapere?... Beh, da te c’è da aspettarselo.»
I due si mettono a ridere. Ice Green da' una pacca sulla spalla del amico e, dopo un occhiolino, sposta la caraffa e le due coppe lontano dal pericolo.

«Da quando quell’oste mi ha lanciato quella maledizione non faccio altro che capovolgere, rovesciare, rompere brocche, caraffe, bicchieri, vasi e tutto ciò che contiene ogni sorta di liquido. Ma io lavoro prevalentemente nelle locande e nelle taverne. E lì è pieno di queste cose. Dal bancone ai tavoli della sala. Se non fai qualcosa per me finirò in rovina.»
«Farò quello che posso. C’è un prezzo da pagare.»
«Ti darò tutti i soldi che chiederai.»
«Ben vengano i soldi. Mi fido del tuo giudizio per pagarmi quello che riterrai equo. Però io intendevo un altro prezzo. Una rinuncia che dovrai sopportare. Una rinuncia proporzionale alla sfortuna che stai allontanando.»
«Niente potrà essere peggio di questo. Sono pronto.»
«Va bene. Dammi il tempo di studiare il tuo caso. Ritorna tra un paio di giorni.»
Il bardo si alza di scatto sorridente, travolgendo con le sue lunghe leve il tavolo, ribaltandolo. Ice Green riesce a prendere una coppa e la brocca, senza riuscire ad impedire che l’altra coppa si schianti a terra disperdendo il poco vino rimasto.
«Buona serata Ossian.» Un'occhiataccia del mago.
«Buona serata amico mago.»

Rimasto solo, è pronto a riprendere i suoi incartamenti e proseguire con il lavoro. Volto concentrato, serio e attento. Prende in mano la penna, controlla che la punta non sia rimasta danneggiata dal maldestro bardo e... TOC TOC
«Possibile che non si possa lavorare in pace? AVANTI!»
«Non lamentarti troppo, mago dei miei stivali. Sono passato a trovarti e a portarti qualcosa da mangiare. Oggi sei tutto il giorno chiuso qua dentro a lavorare. Di sicuro sei a stomaco vuoto. Mi preoccupo per te e mi sgridi?»
«Ciao Moran. Una bella sorpresa la tua visita. Grazie per le cibarie che mi porti. Saranno già fredde, però. Hai dovuto aspettare molto prima che Ossian se ne andasse...»
Sguardo perplesso e penetrante del ladro, che si prepara a rispondere: «Ma come? Sono...»
«Non menarmi per il naso. Stavi per entrare quando è arrivato di corsa Ossian. Se sei rimasto là fuori nascosto fino ad ora, significa che hai qualche richiesta delicata da farmi. Dimmi pure e non perdiamo tempo.»
«Complimenti. Per una volta apprezzo la tua sincerità. Ho un problema e mi occorre il tuo aiuto.»
«Dimmi tutto, farò quello che posso.»
«Ormai la mia fama nella gilda sta aumentando. Però negli ultimi tempi mi sono successe alcune cose che potrebbero mettermi in cattiva luce. Ho fatto due viaggi all’estero e...» pausa imbarazzata «...sono stato derubato della mia scarsella. Senza che mi accorgessi di niente.»
«Non ti preoccupare. Se eri all’estero nessuno ti avrà riconosciuto.»
«Ma non è solo questo! Da poco ero invitato ad un ricevimento. All’ingresso della sala la persona dietro di me mi avverte che avevo perso la mia scarsella. Si era slacciata ed era caduta a terra!»
«Poco male. Può capitare.»
«No! Non mi sono accorto di niente. E altre cose simili stanno avvenendo di recente. Temo di avere una maledizione.»
«Farò quello che posso. Ma c’è un prezzo da pagare.»
«Il solito venale. Certo che ti pagherò, ma solo se mi risolvi questo dannato problema.»
«Ben vengano i soldi, li aspetto. Anche se io mi riferivo ad un altro tipo di prezzo. Dovrai sopportare una rinuncia proporzionale alla maledizione che dovrai allontanare. Vieni tra due giorni, a quest’ora. Aspettami sul retro. Quando non ci sarà nessuno ti verrò ad aprire.»
Il ladro rimane pensieroso per un solo istante, accetta e se ne va.
Il mago riprende in mano i suoi appunti. «Se continua di questo passo non riuscirò a terminare la ricetta per cucinare lo Ziffirarri...»

Qualche giorno dopo.

Ossian arriva da Ice Green.
«Ho trovato il modo di mandarti via la maledizione. Da domani non dovrai avere paura di nessun contenitore di liquidi. Ascolta le mie istruzioni ed eseguile. Ti porterò nell’altra stanza. Dovrai avere un cappuccio in testa per non vedere quello che succede. Da adesso in poi non dovrai dire nessuna parola. Dovrai eseguire qualsiasi comando ti dia. Sei pronto?»
«Prontissimo»
Lo porta in un’altra stanza, piena di candele, dove lo fa sedere per terra. Gli mette un cappuccio in testa.
«Non levartelo. Vado un attimo nell’altra stanza. Non muoverti. Non parlare.»

Ice Green esce e va verso la porta del retro. La apre e fa entrare Moran. Ripete le stesse indicazioni che ha dato poco prima al bardo, gli mette un cappuccio in testa e lo accompagna nell’altra stanza. Fa sedere il ladro per terra e rimane in piedi tra i suoi due amici incappucciati. Poggia le mani sulle loro teste e inizia a recitare una formula con un linguaggio arcano. Una luminescenza verde lo avvolge improvvisamente. La temperatura si abbassa di colpo. I due incappucciati sono scossi di brividi, ma rimangono immobili e zitti. La luce verde si affievolisce e sparisce.

Il mago prende la mano di Moran e lo fa alzare, lo accompagna fuori dalla stanza. Lo conduce verso la porta sul retro, gli toglie il cappuccio e senza rivolgergli una parola lo fa andare.

Ice Green ritorna da Ossian, gli fa levare il cappuccio. «Bene. La maledizione è levata. Puoi andare.»

Diversi giorni dopo.

Ice Green è seduto ad un tavolo della locanda. Sorseggia una birra e mangia della carne arrosto con patate. Davanti a sé una lettera che legge compiaciuto.

...non smetterò mai di ringraziarti. Da quando mi hai cancellato quella maledizione ho ripreso a fare spettacoli senza nessun problema. Mi hanno chiamato a fare degli spettacoli nella capitale. Resterò via per qualche mese...

«Mago sei un genio!!!» Moran sorridente e rubicondo si siede al tavolo di Ice Green, fa cenno al locandiere di portargli da bere. «Hai risolto il mio problema. Pensa che ieri stavo per perdere i miei soldi ma mi sono accorto che si stava slacciando il laccio della scarsella. E oggi! Un ladruncolo ha cercato di derubarmi mentre ero al mercato, ma l’ho pescato con le mani nel sacco.»
Il mago sorride divertito. «Sono contento.»
«Tieni, questo è il compenso che meriti sia per la tua abilità che per la tua discrezione.» Poggia davanti al suo amico un sacchetto con diverse monete, ma nel farlo allarga un braccio di scatto colpendo il vassoio del locandiere e mandando in aria una caraffa di birra e diverse coppe...

Andato via Moran, Ice Green continua la lettura della lettera.

....al mio ritorno ti potrò raccontare le mie avventure e le insidie che ci sono qua. Pensa che l’altro giorno mentre ero in mezzo alla folla non mi sono accorto che una mano lesta mi alleggeriva dei miei soldi...

Vergato col sangue da | 17:01 | Commenti(0)