The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

13.01.05

Bestia nera nell'ombra

Un solo pensiero per passare dall'altra parte, la concentrazione necessaria e ormai facile da raggiungere anche sotto pressione. Un gesto che non sembra del tutto giusto, un movimento che sposta l'equilibrio e l'ago della bilancia va verso il lato che più conviene alla gravità.
Nero, da questa parte, i contorni delle cose davvero importanti sono più nitidi: Narbeleth è il solito pennacchio fumoso che fuoriesce dalla mia mano sinistra, la Bestia è davanti a me in una forma che appare diversa dalla manifestazione nel Piano Materiale. Più aggressiva, se è possibile. Intorno tutto è vago e sfumato.
Attendo una mossa del mio avversario. Avanza, sovrastandomi di almeno dieci piedi, ma non attacca nonostante l'apparente superiorità.
Attesa.
Attaccare non mi sembra più la cosa giusta da fare, nonostante le minacce di Narbeleth di uccidermi se non le dimostrerò coraggio. Un reciproco legame le impedirà di farlo.
Attesa.
Il legame non è così forte. Posso spezzarlo con una concentrazione che non mi appartiene, ma la mia volontà, qui, è più forte della sua. Così credo. Narbeleth è solo uno strumento nelle mie mani, e posso piegarla al mio volere. Dall'altra parte non è così.
Attesa.
Nei contorni sfumati percepisco che un furioso combattimento sta avvenendo nel mondo reale. Le sa-shull di Hierax e Moran colpiscono la Bestia che ad ogni colpo diventa più alta e avanza di un passo verso di me. Ululati e minacce di Narbeleth mi esplodono nella mente. Tutti i colpi delle sa-shull serviranno solo a riportare la Bestia al mondo a cui appartiene.
Nei contorni sfumati percepisco distante un colpo differente. Qualcuno ha avuto più coraggio di tutti gli altri e ha toccato la Bestia.
E la Bestia da questo lato diventa immensa.
Una lotta interiore tra il desiderio di fuga e di salvezza e la consapevolezza innaturale di poter sconfiggere il Demone.
Da parte sua: ancora attesa. Ma sarà questione di un istante prima che attacchi.
Da parte mia: un istinto contrario alla mia reale volontà mi impone di fuggire ad un combattimento che una parte inconscia di me sa già che non ammette la possibilità di sconfitta, al prezzo di profondi cambiamenti del mio futuro.
Chissà perché, scelgo di rimandare ancora il mio appuntamento con il destino.
Tra le urla di Narbeleth raccolgo la concentrazione per il passaggio e scivolo fluido dall'altro lato dell'Ombra.
Non ho il tempo per elaborare l'immagine dei miei amici festanti per avere rimandato la Bestia nel suo Piano.
Né per resistere alla seduzione di Narbeleth a tornare nel Buio, di cedere alla tentazione di chiudere gli occhi e di lasciarmi cadere all'indietro verso il richiamo fluido e caldo delle Tenebre.
Ho solo il tempo di vedere una figura scura che mi piomba addosso dall'imboccatura della caverna, di percepire una dolorosa fitta allo sterno e trovarmi disteso avvinghiato a Sith con la sua mano piantata nel petto.
Ho solo il tempo di perdere conoscenza e, svenendo, di percepire con sollievo che sono stato salvato da qualcosa più grande di me e con rammarico di non essere riuscito a compiere qualcosa di così grande.


Vergato col sangue da | 13.01.05 09:55